Titolo: Un ragazzo normale
Autore:Lorenzo Barone
Prima edizione: 2018
Lingua originale: Italiano
Casa editrice: Feltrinelli
Pagine: 283
ISBN: 9788807892998
Prezzo: 9,50
Valutazione: 3,5/5
Girovagando tra gli scaffali (fisici e virtuali) delle librerie, cerco sempre di adocchiare qualche bel romanzo da poter proporre in classe. Così, quando mi sono imbattuta in Un ragazzo normale, consigliatomi qualche tempo fa da una collega, ho deciso di acquistarlo e di leggerlo.
Si tratta di un romanzo di formazione il cui protagonista e narratore è un ragazzino di 12 Anni, Mimì, nato e cresciuto al Vomero. La sua famiglia è composta da mamma, papà, dalla sorella Bea e dai nonni materni. Vivono tutti insieme in un piccolo bilocale, condividendo, non senza fatica, il poco spazio e il poco denaro a disposizione.
Mimì è un avido lettore, divora e impara a memoria i pochi libri che possiede e ama esprimersi in modo elegante e forbito, suscitando spesso il riso dei familiari, degli amici e dei vicini di casa; i suoi romanzi preferiti sono Peter Pan e La storia infinita.
Oltre ai libri Mimì ha altre due gradi passioni, innanzitutto si interessa e apprende come una spugna tutto ciò che riguarda la natura, l’universo, la scienza in generale. In secondo luogo Mimì ama i fumetti ed è un grande appassionato di supereroi.
Mimì, ricorda: chi se’mpiccia resta ‘mpicciato. C’è bisogno di eroi, è vero, purché non abitino nel nostro palazzo.
Un ragazzo normale è il racconto di un’estate: quella del 1985. Mimì trascorre i suoi pomeriggi in strada, in compagnia dell’amico Sasà; cerca di fare colpo su Viola, la ragazza della porta accanto che, ovviamente, di lui non ne vuole sapere; ma soprattutto conosce Giancarlo Siani, il giornalista ucciso a colpi di pistola dalla camorra, proprio alla fine di quell’estate.
Per Mimì Giancarlo è un supereroe in carne ed ossa: ammira la sua passione per la scrittura, ma soprattutto il coraggio e la rettitudine che lo spingono a raccontare la verità, anche quando questa è pericolosa. La morte di Giancarlo per Mimì rappresenta un vero e proprio strappo, un evento tragico che accelera e sancisce definitivamente la fine dell’infanzia del protagonista e della spensieratezza che la caratterizza.
Le cose (…) possono cambiarle solo gli uomini. Il male viene dagli uomini e solo gli uomini possono combatterlo. Più che di eroi, c’è bisogno di gente che ci creda, persone che aspirino a cambiare le cose in meglio. (…) Gli ideali, i grandi ideali, hanno trasformato il mondo, non i superpoteri. Gente normale, come te, come me, che credeva fortemente in qualcosa. Le idee vere, forti, non muoiono mai
Un ragazzo normale è un romanzo perfetto per un pubblico giovane, ci sono tutti gli ingredienti che ne fanno un ottima lettura da scuola media, o da biennio delle superiori. Innanzitutto una prosa scorrevole, semplice, piana che ricalca il linguaggio di un ragazzino adolescente. Sono presenti alcune espressioni o frasi in dialetto che sono assolutamente comprensibili e che, a mio avviso, danno un tocco vivace alla pagina.
Le tematiche sono quelle tipiche di un libro per ragazzi: il rapporto non sempre facile con i genitori, la difficoltà nel trovare amici sinceri (soprattutto se, come nel caso di Mimì, si coltivano interessi considerati poco “fichi”), i primi batticuori, la scoperta della sessualità, la ricerca della propria identità, della propria strada. A ciò si affianca la figura di Giancarlo Siani che introduce i problemi della criminalità organizzata e dell’omertà diffusa.
Certo, se lo si considera con un occhio più adulto, questo romanzo presenta certamente delle mancanze.
Non troviamo infatti una descrizione particolareggiata di Napoli, dei suoi quartieri e delle sue dinamiche sociali. Non troviamo neppure un approfondimento sull’Italia degli anni ’80, si fa soltanto qualche accenno in alcune scene dedicate al personaggio del nonno.
La figura di Siani è inoltre del tutto marginale: compare sporadicamente e non viene per nulla spiegato a cosa Siani stesse lavorando, o perché la camorra abbia deciso di ucciderlo. Inoltre il suo personaggio risulta piuttosto “costruito”: i dialoghi con Mimì lo tratteggiano come l’adulto saggio pronto a dispensare (in modo a volte eccessivamente retorico) consigli sulla vita e sull’amore.
Per quanto l’autore abbia più volte chiarito che Un ragazzo normale è un romanzo con Siani e non un romanzo su Siani, comunque un po’ più di approfondimento e una caratterizzazione più vera del giornalista non avrebbero di certo guastato. Certo, la scelta di narrare la storia esclusivamente dal punto di vista di Mimì non ha lasciato all’autore grandi margini di manovra.
Inoltre avrei voluto che il finale fosse meno frettoloso. Sarebbe stato interessante leggere come la morte del giornalista viene metabolizzata da Mimì, dalla sua famiglia, dal quartiere… invece la narrazione si interrompe con l’assasinio di Siani, l’autore cede poi la parola direttamente al Mimì ormai adulto.
Se siete quindi alla ricerca di un romanzo che offra uno spaccato della Napoli degli anni ’80, che parli in maniera approfondita di Camorra e racconti la storia di Giancarlo Siani, Un ragazzo normale non è ciò che fa per voi. Se siete invece alla ricerca di un libro che vi faccia tornare ragazzini, e chi vi aiuti ad introdurre ai vostri figli, nipoti, fratelli minori, studenti i temi della criminalità organizzata e dell’omertà, Un ragazzo normale è il libro che state cercando.
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