Titolo: Non leggere i Fratelli Grimm
Autore: Iván Maureira Ortiz
Prima edizione italiana: 2021
Lingua originale: Spagnolo
Traduzione di: Claudia Morazzi
Casa editrice: Edicola
Pagine: 110
ISBN: 978-88-99538-68-2
Prezzo: 13,00
Valutazione: 4/5
Di sera, nel letto, si convinse che il lieto fine non era per lei: non somigliava a Biancaneve, piena di virtù e qualità, ma piuttosto alla matrigna in preda all’invidia.
Tutti noi conosciamo le fiabe dei Fratelli Grimm: Biancaneve, Raperonzolo, Hansel e Gretel… forse però non tutti sanno che la versione originale di queste fiabe è ben diversa da quella edulcorata e a lieto fine, portata sul grande schermo dai cartoni animati della Walt Disney.
Venne allora a spere che la fame può portare i genitori a vendere i propri figli. Che uccidere per salvare la propria vita è accettabile. Che da sempre gli uomini si ingannano gli uni con gli altri per avere successo.
Hansel e Gretel furono abbandonati nella foresta dai genitori che non erano in grado di sfamarli; le sorellastre di Cenerentola arrivarono a tagliarsi le dita dei piedi pur di calzare la scarpetta di cristallo smarrita la sera del ballo; Raperonzolo fu ceduta alla strega cattiva dalla sua stessa madre in cambio di cibo.
Insomma quello delle fiabe dei fratelli Grimm è un universo fatto di crudeltà e violenza, in cui gli uomini uccidono e ingannano il prossimo pur di raggiungere i propri obiettivi.
L’atmosfera che caratterizza il breve romanzo di Ivan Maureira Ortiz Non leggere i fratelli Grimm, ricorda in effetti quella delle fiabe, l’autore ci racconta fatti tragici e dolorosi con una prosa candida ed essenziale, conferendo alla storia quell’alone di mistero che ricorda un po’ il filone del realismo magico.
I primi capitoli del romanzo hanno tutte le sembianze di una fiaba a lieto fine: Diane Burbank sbarca per la prima volta in Cile nel 1939 per consegnare ad un distributore locale le pellicole del film Biancaneve. A Valparaìso Diane conosce Giorgio Cambiasso, che si innamora perdutamente di lei e continua ad amarla per tutta la vita, nonostante i due abbiano condiviso una sola notte d’amore. A distanza di anni i due si incontrano di nuovo e dal loro amore nasce Gabriel.
La storia non potrebbe concludersi meglio di così, ma la fiaba si interrompe bruscamente: Diane muore dando alla luce il figlio, la cui storia è quindi segnata dal dolore fin dai suoi esordi. Ma il destino non la smette di accanirsi: Gabriel fin da piccolo viene affidato alle cure della bambinaia Anastasia, con cui instaurerà un rapporto malato e oscuro, e assisterà ad un episodio tragico che lo segnerà per sempre.
Il ragazzo si trasformerà così in un crudele assassino che, un po’ come Raskolnikov di Delitto e Castigo, è convinto di poter espiare i peccati altrui, compiendo efferati omicidi.
Qualcosa si agitava dentro di lui. Gli sembrava che all’improvviso una forza sconosciuta avesse iniziato a contorcersi nelle sue viscere, spazzando via tutto quello che era stato fino ad allora. Gabriel camminava per le strade di Valparaíso, ma in realtà si faceva largo nel bosco che da quel momento, e per molti anni, lo avrebbe tenuto separato dal resto delle persone.
L’autore è riuscito a creare un bellissimo intreccio di storie, tutte interconnesse: accanto a Gabriel ruotano le vicende altrettanto tragiche e dolorose degli altri personaggi: quella del maestro di matematica Ovidio, della compagna di scuola e migliore amica Josefina, della bambinaia Anastasia. La vita di ciascuno di questi personaggi determina quella di tutti gli altri.
Quindi come è possibile stabilire chi è il vero cattivo? Tutti sono colpevoli, ma allo stesso tempo nessuno lo è: dipende dalla prospettiva da cui si guarda.
Il male, l’oscurità che germogliano dentro di noi hanno radici profonde, sono semi che il caso (la famiglia in cui siamo nati, le persone che incontriamo sul nostro cammino) ha piantato e fatto germogliare, indipendentemente dalla nostra volontà.
Non leggere i fratelli Grimm è un romanzo brevissimo (poco più di 100 pagine), ma allo stesso tempo è un concentrato di angoscia e dolore, perché porta sulla pagina il tema del trauma infantile (di cui gli adulti sono i principali responsabili), trauma che influenza tutta l’esistenza futura dei personaggi.
Il lettore è tanto più angosciato e sgomento nella misura in cui la prosa che caratterizza questo romanzo è schietta e davvero essenziale: l’autore non fa giri di parole, non usa immagini metaforiche, non allude. Tutto è raccontato con estremo candore, come se davvero si trattasse di una fiaba per bambini, il che far risaltare ancora di più l’atrocità delle azioni commesse
Per quanto mi riguarda Non leggere i fratelli Grimm è stato un schiaffo in piena faccia che mi ha colta di sorpresa. Un romanzo che sconsiglio a chi è particolarmente sensibile a certe tematiche, ma che invece consiglio tantissimo a chi non ha paura di lasciarsi scuotere e ha il coraggio esplorare le pieghe più scure dell’animo umano.