Titolo: Figlie di una nuova era
Autore: Carmen Korn
Prima edizione: 2018
Lingua originale: Tedesco
Casa editrice: Fazi Editore
Pagine: 528
Prezzo: 17,50 euro
ISBN 978-88-9325-337-6
Valutazione: 4/5
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Avevano accompagnato al treno figli, mariti e fratelli, dopo averli provvisti di uova sode, pane imburrato e ravanelli per il viaggio, il viaggio che li avrebbe portati al fronte. Potevano solo sperare di vederli tornare sani almeno nel corpo, perché per lo spirito non c’erano speranze. Appartenevano a una generazione dannata, che aveva sopportato ben due guerre mondiali. Dopo la prima si erano riempiti di buoni propositi, ma non erano riusciti a evitarne una seconda.
Figlie di una nuova era è il primo capitolo di una trilogia che, attraverso le storie dei suoi protagonisti, ripercorre tutto il Ventesimo secolo. La vicenda si svolge ad Amburgo e la narrazione inizia nel 1919, dopo la fine della Grande Guerra da cui la Germania è uscita sconfitta.
Negli anni immediatamente successivi al conflitto, la Germania, duramente sanzionata dalla Società delle Nazioni, attraversa una grave crisi economica e, parallelamente, assiste alla breve vita della Repubblica di Weimar. È il 1920 quando Hitler fonda il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, in campo politico si profila quindi uno scontro serrato tra l’ideologia socialista e quella nazionalista.
Il putsch di Monaco del 1923 non lasciava certo presagire quali sarebbero stati i futuri sviluppi della politica tedesca, ma dopo la crisi nera del 1929, Hitler comincia ad ottenere successo, finché, nel 1933, viene eletto cancelliere. Gli anni Trenta per la Germania sono gli anni della Gestapo, della Notte dei lunghi coltelli (1934), del ministro Goebbels e della feroce propaganda che passa attraverso il controllo di tutti i mezzi di comunicazione. Sono gli anni delle Leggi razziali di Norimberga (1935), della persecuzione contro gli ebrei, della Notte dei cristalli (1938) e dell’orrore dei lager.
Hitler nel 1939 trascina la Germania e l’Europa nella Seconda guerra Mondiale, costata all’umanità sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri, con un totale di morti che oscilla tra i 55 e i 60 milioni di individui.
La narrazione si arresta nel 1948, quando la città di Amburgo, dopo gli orrori e le devastazioni subite durante la guerra, cerca di risollevarsi e di ricominciare a vivere.
È in questo contesto che si svolgono e si intrecciano le vicende di quattro ragazze: Henny, Khate, Lina e Ida, diverse tra loro per carattere ed estrazione sociale, ma accomunate dal fatto di essere nate intorno all’anno 1900 e di aver attraversato, fianco a fianco, la prima metà di quello che Hobsbawn ha definito Il Secolo Breve.
Henny, di buona educazione borghese, è cresciuta senza un padre e vive all’ombra della madre, Else. Henny ama il suo lavoro di ostetrica e nella vita è determinata a fare carriera. Allo stesso tempo però è una ragazza sensibile e per certi versi fragile, quindi nelle sue scelte di vita tende a lasciarsi condizionare dalle persone che le sono vicine, dividendosi tra i suoi desideri e quelli altrui.
Khate, anche lei ostetrica, è da sempre la migliore amica di Henny. Khate però è molto diversa da lei, innanzitutto viene da una famiglia più umile e modesta di quella dell’amica, inoltre ha un carattere molto più battagliero e deciso, il che la porta a difendere a spada tratta i suoi ideali politici, nonostante, con i tempi che corrono, siano pericolosi.
Lina invece fa la maestra e vive con un enorme senso di colpa: i suoi genitori sono letteralmente morti di fame per garantire la sopravvivenza dei figli durante gli anni bui della guerra. Dolce, sensibile ed estremamente riservata, dovrà affrontare decisioni difficili e fare scelte, per l’epoca, coraggiose.
Infine Ida, rampolla di una famiglia molto ricca, è viziata e capricciosa ed è disposta a tutto pur di vivere nel lusso e negli agi. Ida nei primi capitoli è senza dubbio la meno simpatica delle quattro protagoniste, ma il lettore si rende immediatamente conto che le sue scelte l’hanno condannata alla più profonda infelicità. Anche lei maturerà questa consapevolezza e, forse, tra le quattro protagoniste, è proprio lei a cambiare maggiormente nel corso degli anni.
Le storie di queste quattro ragazze si legano a quelle di molti altri personaggi, sia maschili che femminili e la trama è fitta di incontri, amicizie e amori. Alla storia individuale e personale delle figure che popolano questo romanzo si intrecciano ovviamente gli avvenimenti della Storia con la “S” maiuscola, il che fa di Figlie di una nuova era un romanzo storico in piena regola.
È suggestivo seguire le vicende di uomini e donne che non sanno cosa aspettarsi da Hitler e dal Nazismo, che cercano in tutti i modi di minimizzare e di essere ottimisti e di fare pronostici su un futuro che noi lettori, purtroppo, conosciamo bene.
Ogni capitolo di Figlie di una nuova era reca come titolo una data che indica il mese e l’anno di riferimento. All’interno dello stesso capitolo la narrazione si focalizza su personaggi diversi, facendoci capire di volta in volta come le loro vicende stiano evolvendo.
In ogni capitolo ogni personaggio è un pezzo del puzzle e svolge un ruolo significativo, tanto che non è possibile distinguere tra personaggi principali e personaggi secondari, dal momento che l’autrice dona a tutti la stessa profondità e, di volta in volta, focalizza la narrazione su ciascuno di essi.
La storia non procede in modo lineare, ma per salti temporali, quindi il ritmo è piuttosto serrato e frequenti sono le ellissi, ma senza che ciò pregiudichi la comprensione dei fatti. L’effetto è simile a quello che si ottiene sfogliando un album di fotografie: ogni pagina è fatta di istantanee, di attimi e di momenti significativi e, passando alla pagina successiva, riconosciamo gli stessi volti e gli stessi luoghi, ma segnati e trasformati dallo scorrere del tempo.
Ho letteralmente divorato Figlie di una nuova era e non vedo l’ora di leggere il secondo volume della saga È tempo di ricominciare. Consiglio questo libro a chi è alla ricerca di una storia emozionante, intensa e dal ritmo incalzante, ma soprattutto a chi, come me, ama la storia e i romanzi storici.