Titolo: Favola di New York
Autore: Victor Lavalle
Prima edizione: 2019
Lingua originale: Inglese
Casa editrice: Fazi Editore
Pagine: 510
ISBN 978-88-9325-327-7
Prezzo: 20,00
Valutazione: 3/5
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Un pensiero, un’idea, un sogno condiviso; essere genitori è una storia che si comincia a raccontare in due.
Il protagonista del romanzo Favola di New York è Apollo Kagwa, un giovane commerciante di libri antichi, nato e cresciuto a New York. Ad allevarlo è stata la madre, una donna di origine ugandese, mentre il padre, Brian, West, è scomparso senza lasciare traccia di sé, quando Apollo era ancora un bambino. Gli unici ricordi che Apollo ha del padre sono una scatola di libri e uno strano incubo ricorrente.
Diventato adulto, il giovane si innamora della bibliotecaria Emma. I due si sposano e presto hanno un bambino: Brian, come il padre scomparso di Apollo. Niente sembra poter mettere in pericolo la felicità di questa nuova famiglia appena nata, infatti Emma e Apollo, che si definisce un papà moderno, condividono in tutto e per tutto la cura del figlio, che amano, e la gestione della casa in cui vivono.
“Vissero felici e contenti”. Ti rendi conto dei danni che hanno arrecato all’umanità queste quattro parole?
L’idillio però non dura molto, Emma comincia a soffrire di una grave forma di depressione che la porta a trascurare sé stessa, il marito e il piccolo Brian. La follia della donna cresce e raggiunge il suo culmine quando Emma compie un gesto terribile, indicibile… e quel “vissero felici e contenti”, posto a conclusione di ogni favola che si rispetti, si rivela una terribile bugia.
La prima cosa che colpisce di questo romanzo è il ritmo incalzante, martellante, che caratterizza la narrazione fin dalle sue prime pagine. Gli eventi si susseguono l’uno dopo l’altro, senza pause significative, impossibile quindi annoiarsi! Altro elemento caratteristico è sicuramente la suspense di cui il romanzo è pervaso, la tensione e la curiosità sono tali che è impossibile smettere di leggere. Risultato? Un romanzo di più di 500 pagine divorato in soli tre giorni.
Altro elemento che caratterizza il romanzo è sicuramente la fusione di più generi letterari: romanzo realistico, romanzo fantastico, o romanzo noir? Ebbene, la storia agli inizi è del tutto realistica, è ambientata nella New York dei giorni nostri e i protagonisti sono uomini e donne come noi, alle prese con lo stravolgimento che la nascita di un figlio porta in tutte le famiglie normali, ma più si prosegue la lettura, più si insinuano elementi che realistici non sono affatto, tanto che, sul finale, la dimensione fantastica diventa quella predominante.
A ciò si aggiunge il fatto che, da romanzo “luminoso” che ci racconta le storie e gli amori dei suoi personaggi, Favola di New York si trasforma presto in un romanzo “scuro”, inquietante, a tratti orrorifico. Il lettore viene quindi tenuto in sospeso e si chiede se ciò che vede accadere sia tutto vero, o sia frutto della follia dei protagonisti. Lo si scopre solo sul finale!
Una brutta fiaba ha sempre qualche maledetta morale. Una grande fiaba dice semplicemente la verità.
Veniamo ora alla “lezione” che questo romanzo ci vuole lasciare. Come ho scritto precedentemente, il romanzo è ambientato al giorno d’oggi, un’epoca in cui i nostri più fedeli compagni sono senza dubbio lo smartphone, il tablet, o il computer. Tutto ciò che facciamo viene condiviso sui social network, l’obiettivo è accumulare quanti più like è possibile, anche a scapito della nostra privacy. Questa abitudine non è diffusa solo tra i più giovani, adolescenti e ragazzi, ma anche tra gli adulti. Tra questi ci sono anche i neogenitori, mamme e papà che condividono foto e video dei loro figli di cui sono orgogliosi e che si sentono ancora più fieri quando i loro follower mettono tanti “mi piace”.
I vampiri non possono entrare in casa tua a meno che tu non li inviti, e postare qualcosa è come lasciare la porta aperta e invitare i mostri a entrare.
Così facendo si rischia di cadere in una doppia trappola: da un lato perdiamo il contatto con la vita reale e diventa più facile relazionarci via social che di persona; in secondo luogo, dall’altra parte dello schermo vi sono “mostri” sconosciuti, pronti a seguire le tracce che con troppa leggerezza disseminiamo nel mondo del web e ad usare contro di noi i dettagli della nostra vita privata. E quando ce ne accorgiamo, è ormai tardi. I protagonisti di questo romanzo incappano proprio in questa doppia trappola e dovranno essere pronti a tutto per potersene liberare.
Se devi salvare la persona che ami, diventi una persona diversa, ti trasformi. L’unica magia è in quello che siamo capaci di fare per le persone che amiamo.
Al di là della morale, se così si può definire, ho amato Favola di New York fin dalle prime pagine: ne ho apprezzato il ritmo serrato, la sensazione di tensione che mi impediva di interromperne la lettura, ho atteso con impazienza l’irruzione del sovrannaturale e del surreale, anzi, devo ammettere che ho acquistato il libro proprio perché era da tanto che desideravo leggere un libro del genere… Ma (eh sì… c’è un “ma”) non ho apprezzato per nulla il finale.
Dopo quel carico di tensione, angoscia e curiosità, mi sarei aspettata un finale più sofferto, dallo scioglimento più complesso. Invece l’ho trovato alquanto banale, tanto che ho dubitato (e forse è davvero così…) di non averlo capito fino in fondo.
Ecco il perché della mia valutazione bassa, viste le premesse che facevano invece ben sperare. Peccato!
Consigliato? Sì, a chi cerca una storia movimentata e a chi apprezza, nelle storie che legge, l’intrusione del fantastico o del surreale. Per quanto riguarda il finale, accetto il confronto con chi dovesse apprezzarlo più di me. Buona lettura!