Titolo: A libro aperto
Autore: Massimo Recalcati
Prima pubblicazione: 2018
Lingua originale: Italiano
Casa Editrice: Feltrinelli
Argomento: Letteratura / Filosofia
Pagine: 185
ISBN 978-88-07-17347-9
Acquista su Amazon
A libro aperto, come si evince dal titolo, è un libro che parla di libri, motivo per cui in libreria, sugli scaffali delle nuove proposte, ha attirato la mia attenzione, immagino insieme a quella di molti altri appassionati di libri e/o di letteratura.
Ci tengo subito a dire che non si tratta di un libro facile, non è un libro che si legge prima di dormire e che tiene svegli la sera, dopo una giornata di lavoro intensa. No, A libro aperto è un libro che esige una certa dose di concentrazione e di buona volontà, per essere finito e capito.
Quindi, come avrete già intuito, ne sconsiglio la lettura sotto le coperte o sotto l’ombrellone, suggerisco invece di leggerlo in treno o magari nella sala d’aspetto del medico, meglio ancora a casa, comodamente seduti in poltrona.
Questo libro racconta come un libro possa diventare un vero e proprio incontro, come l’esperienza della lettura possa contribuire in modo decisivo nel dare forma singolare ad una vita.
Il saggio si divide in due parti. Nella prima parte l’autore riflette sull’esperienza della lettura, cerca di spiegare il potere che alcuni libri hanno di prenderci e di stregarci, tanto da tagliare lo scorrere ordinario del tempo e cambiare la nostra vita.
In effetti è proprio vero che, come sostiene l’autore, i libri sono incontri, incontri che cambiano il corso della nostra storia, che ci trasformano attraverso la loro lettura, tanto che una libreria conserva le tracce di una vita intera, una vita è, in fondo, nei suoi libri, coincide con i suoi libri.
In secondo luogo Recalcati riflette sul fatto che i Libri (con la L maiuscola) non erigono mai dei muri, non chiudono, ma aprono, perché danno al lettore la possibilità di fare esperienza di mondi e lingue differenti, ci mettono in contatto con un’alterità sempre nuova e sempre in movimento. Al contrario i muri chiudono, definiscono confini, escludono ciò che è altro.
Mentre nello schema ovvio della fruizione sono “io” che leggo il libro, che lo tengo fra le mani appropriandomi progressivamente dei suoi contenuti […] quando un libro diviene un incontro è lui che mi legge.
Infine, sempre nella prima sezione, l’autore si chiede Cosa significa leggere? Secondo Recalcati nel momento in cui leggiamo, impariamo qualcosa di chi siamo dal libro che teniamo tra le mani: prendiamo consapevolezza di parti di noi che ci erano ancora sconosciute, oppure scopriamo nel libro le parole che ancora non eravamo riusciti a trovare per esprimere quello che proviamo o pensiamo.
In questo senso è il libro che legge noi e non solo viceversa. Leggere quindi non significa semplicemente acquisire delle informazioni nuove, ma offrire alla vita l’occasione dell’incontro con la parte più segreta di se stessa, rendendo possibile il suo rinnovamento, la sua espansione inedita, l’acquisizione di una forma nuova.
Cercavo delle parole, una lingua, un alfabeto in grado di farmi intendere quello che mi stava accadendo.
Nella seconda parte l’autore ci parla dei libri che hanno segnato il suo percorso di crescita, che sono stati capaci di leggerlo, di dare forma di volta in volta, ai suoi pensieri, ai suoi sentimenti e ai suoi stati d’animo. Recalcati ci accompagna quindi in un percorso che tocca le fasi salienti della sua vita, attraverso i libri che le hanno scandite, dal Vangelo all’Odissea di Omero, dal capolavoro Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern agli Scritti di Jacques Lacan, da La nausea di Jean-Paul Sartre a Essere e tempo di Martin Heidegger.
Soprattutto in questa seconda parte non è sempre facile seguire l’autore passo passo, specialmente per chi non conosce da vicino il pensiero o la filosofia degli autori e dei testi citati. Mi riferisco in particolare a Essere tempo di Heidegger o agli Scritti di Lacan: i capitoli dedicati a questi due grandi pensatori sono di non facile lettura per chi non ha dimestichezza con lo studio della filosofia.
Ma come lo stesso autore afferma, se il libro fosse sempre immediatamente trasparente alla lettura, se non impegnasse il suo lettore, se non richiedesse anche la fatica della lettura, o se si offrisse come esaustivo di tutto il sapere […] non sarebbe un libro.
Consigliato? Sì, a chi ama i libri, a chi non si stancherà mai di incontrare nuove storie da cui lasciarsi tagliare, a chi, per tutta la vita continuerà a lasciarsi leggere, come un libro aperto.