Titolo: La misura del tempo
Autore: Gianrico Carofiglio
Prima edizione: 2019
Lingua originale: Italiano
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 288
ISBN: 9788806218140
Prezzo: 18,00
Valutazione: 3,5/5
Buongiorno lettori!
Questa è l’ottava tappa della rassegna dedicata al Premio Strega 2020 qui su ALibrary! Oggi parliamo de La misura del tempo di Gianrico Carofiglio. Si tratta del sesto episodio della serie di libri che ha per protagonista l’avvocato Guido Guerrieri alle prese con un nuovo difficile caso.
Tanti anni prima Lorenza era una ragazza bella, forte e dal fascino abbagliante. La donna che in un pomeriggio di fine inverno si presenta nello studio di Guido Guerrieri tuttavia non le assomiglia.
E’ sempre Lorenza, ma non ha nulla dell’energia di un tempo e del fascino che la caratterizzava. E’ diventata una donna grigia, è parecchio invecchiata e, come se non bastasse, il figlio Iacopo è in carcere, condannato in primo grado per omicidio volontario.
Guido non sa cosa fare, dal momento che tutti gli indizi sembrano confermare la colpevolezza dell’imputato, ma alla fine accetta il caso, forse per quel sentimento di nostalgia e rimpianto che avvolge le persone e le cose che hanno fatto parte della nostra giovinezza, forse per chiudere una storia, quella con Lorenza, che era rimasta sospesa. Comincia così una sfida processuale non priva di colpi di scena e dal finale per nulla scontato.
La misura del tempo è un legal thriller, o thriller giudiziario, un romanzo in cui il funzionamento del sistema giuridico viene messo a nudo e ricostruito con estrema precisione, tanto da giocare una parte fondamentale per lo sviluppo della trama.
Carofiglio è un vero e proprio maestro del genere: magistrato dal 1986, ha lavorato come pubblico ministero a Foggia e in seguito ha svolto le funzioni di sostituto procuratore alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.
Dopo aver dato le dimissioni dalla magistratura per dedicarsi alla scrittura, ha esordito come narratore nel 2002 con Testimone inconsapevole (Sellerio) e in tutti i suoi romanzi ovviamente Carofiglio travasa la sua profonda conoscenza del sistema giuridico. La misura del tempo non fa eccezione in questo senso.
Non avevo mai letto altro di Carofiglio, quindi non ho termini di paragone, ma questo romanzo mi è piaciuto molto. Innanzitutto è caratterizzato da una scrittura fluida, scorrevole, ma non per questo banale o sciatta.
L’autore inoltre inserisce tra le pagine del romanzo, molti riferimenti ad autori classici della letteratura e della filosofia, offrendo a noi lettori spunti di riflessione su tematiche di carattere universale, che travalicano i confini delle indagini e del processo in atto. In particolare in questo romanzo, come è facilmente intuibile dal titolo, ci si focalizza sulla tematica del tempo, una dimensione sfuggente, indefinibile e impossibile da stimare o, appunto, misurare in maniera univoca e oggettiva
L’invecchiamento non è un processo lineare. Così come il tempo non è un’entità lineare. Non è un’entità comprensibile. Nessuno lo capisce davvero. Nessuno è capace di definirlo.
Innanzitutto si riflette sul fatto che non tutti gli eventi della vita hanno lo stesso peso sullo scorrere del “nostro” tempo personale. Il tempo non procede in modo regolare, uniforme, ma per salti. La storia con Lorenza ha rappresentato per Guido uno di questi “salti” in avanti: prima di incontrarla era un giovane ragazzo, alla fine della loro storia è diventato un uomo.
La stessa cosa è successa a Lorenza: la vicenda di Iacopo l’ha così profondamente segnata da farla sembrare più vecchia della sua età, anche per lei il tempo ha fatto un “salto” in avanti e i mesi che sono trascorsi dall’incontro con Guido alla sentenza hanno avuto un peso maggiore per lei.
Il tempo è molto più esteso per i giovani, perché sperimentano in continuazione cose nuove […] Il tempo scorre veloce quando si invecchia, perché, di regola, si ripete sempre uguale.
Diversa è anche la percezione del tempo nelle diverse età della vita. Il tempo scorre lento quando si è giovani, perché ogni giornata è diversa dalla precedente, si coltivano sogni, progetti, aspirazioni. Al contrario il tempo subisce un’accelerazione man mano si invecchia, perché tutto diventa routine, tutto si fa più statico e cristallizzato e le giornate, gli anni, si ripetono uguali, senza sostanziali cambiamenti.
Il romanzo è caratterizzato da una vena malinconica, perché proprio a proposito dello scorrere del tempo nelle diverse fasi della vita, si leggono diverse pagine in cui l’autore riflette su quanto gli adulti spesso si ritrovino a condurre un’esistenza che non è quella che avevano sognato, accontentandosi di ciò che hanno e di giustificare i propri fallimenti.
Lo stesso avvocato Guido Guerrieri è stanco di fare l’avvocato, non sopporta più alcuni aspetti del suo lavoro, lavoro che ha sempre visto come una condizione provvisoria, ma che, senza rendersene conto è diventato la sua routine. La vena malinconica che caratterizza il romanzo, senza eccedere in retorica, si insinua anche nella testa del lettore e lo spinge, volente o nolente, a guardarsi allo specchio.
Un’unica nota dolente: il personaggio di Anna Paola, la fidanzata di Guido: chiamata in causa all’inizio e poi ridotta ad una mera comparsa, tanto che verso la fine, visto il ruolo che all’inizio sembrava dover essere decisivo, ma poi del tutto marginale, non ero più sicura che fosse lei la sua ragazza e sono tornata indietro a controllare il nome!
La misura del tempo è un libro piacevole, ma allo stesso tempo ricco di spunti di riflessione, lo consiglio agli amanti dei legal thriller e dei gialli in generale, ma non solo. Io non mi definisco un’appassionata del genere e mi concedo un libro giallo quando cerco una storia coinvolgente e che mi trasporti altrove e questo romanzo ha fatto proprio al caso mio, in questo periodo così pieno dal punto di vista lavorativo.
Io ho affiancato la lettura su Kindle all’ascolto dell’audiolibro, tra l’altro letto dallo stesso Carofiglio. Per me si tratta di un mix assolutamente vincente che mi permette di “leggere” anche mentre cucino, pulisco, passeggio…
Ciononostante, trovo alquanto insolita la candidatura di questo romanzo al Premio Strega, diciamocelo, La misura del tempo è una specie di “intruso”. Non che ad un premio letterario non si possano candidare romanzi di genere, al contrario, purché si tratti di romanzi innovativi, che rivisitino, o giochino con le regole di quel determinato genere, o ne smontino i meccanismi tipici per creare qualcosa di nuovo.
Il romanzo di Carofiglio invece, pur essendo un bel libro, è un giallo come lo sono molti altri, perciò non condivido pienamente la sua candidatura e non lo inserirei tra i potenziali vincitori, pur consigliandovelo caldamente!
Voi cosa ne pensate?
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